Caporaso alla SEF Virtus Atletica: “Sono qui per fare bene e onorare la maglia che fu di Pino Dordoni”

Il marciatore Teodorico Caporaso è approdato alla SEF Virtus Emilsider Bologna dopo due Olimpiadi, tre Mondiali e un palmares invidiabile, nell’anno delle celebrazioni del 70° anniversario dell’oro olimpico di Pino Dordoni, storico marciatore virtussino che vinse la 50 km a Helsinki 1952 (Approfondimento qui).

Di seguito l’intervista esclusiva del campione azzurro ai nostri microfoni.

“Voglio impegnarmi a fondo per riconquistare la maglia azzurra”. È incominciata così la conversazione con il nuovo atleta di punta della sezione atletica della SEF Virtus. Nella mezz’ora di chiacchierata con la redazione si è avuta l’impressione di parlare con una persona umile, che ha costruito i propri risultati con tre ingredienti chiari: dedizione al lavoro, talento e passione.

Teodorico Caporaso marcerà per la SEF Virtus Atletica Bologna nel 2022. Foto: Colombo/FIDAL

Inizia così l’avventura di Teodorico Caporaso, classe 1987, con le V nere. Nel 2022 il marciatore azzurro marcerà per la squadra diretta da Stefano Cuccoli, con cui si è instaurato subito un ottimo rapporto, e in cui gareggia anche Luca Montoleone, vecchia conoscenza di Teodorico che spesso in veste di allenatore collabora con Diego Perez [allenatore di Teodorico NdR] seguendo Teodorico nei raduni e nelle gare di avvicinamento agli eventi internazionali.

Cosa ti ha portato a scegliere la SEF Virtus Atletica Bologna?

Sono approdato alla Virtus dopo essermi congedato dall’Aeronautica Militare a fine 2021. Luca [Montoleone NdR] mi ha invitato all’evento In Marcia! Organizzato dalla squadra virtussina al Campo Baumann nell’autunno 2021, e lì ho conosciuto una bella realtà sportiva, oltre che Stefano [Cuccoli NdR] con cui è nato subito un buon rapporto.

Sarai l’atleta di punta della squadra. Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato?

A livello di squadra voglio portare alla Virtus più punti possibili per i Campionati di Società, e cercare di far arrivare la disciplina della marcia al cuore dei più piccoli nel 70° anniversario dell’oro olimpico di Pino Dordoni. A livello individuale nel 2022, d’accordo con il mio allenatore Diego Perez, punto alla qualifica ad una o più manifestazioni internazionali primaverili ed estive, tra Campionati del Mondo a Squadre di Marcia, Europei e Mondiali per poi tornare a sognare un posto in maglia azzurra per le Olimpiadi nel prossimo triennio.

Questi sono i tuoi obiettivi a livello sportivo. Raccontaci qualcosa di te al di fuori dell’atletica.

Oltre a marciare, sono laureato in Ingegneria Meccanica all’Università Federico II di Napoli, dove ho conseguito un Dottorato di ricerca in Ingegneria Industriale e poi vinto il concorso da ricercatore universitario (per gli anglofoni Assistant Professor). Mi sono congedato dal gruppo sportivo proprio per perseguire al meglio questo obiettivo. Punto alla ricerca universitaria perché insieme all’atletica è quello a cui piace dedicarmi.

Caporaso in azzurro. Foto: Colombo/FIDAL

Atleta e professore universitario. Quando trovi il tempo per rilassarti?

[Ride]

Torniamo a parlare della tua carriera sportiva. Cosa si prova a disputare un Olimpiade?

Quando ti dicono ufficialmente che sarai in squadra, anche se magari era nell’aria, esplodi di felicità. Poi subentra la concentrazione del professionista e man mano che l’evento si avvicina si avverte un misto di euforia e sana tensione. L’Olimpiade rimane comunque il più grande traguardo a cui un atleta possa aspirare.

Raccontaci l’episodio di Tokyo 2021. Ci stai ancora pensando?

Purtroppo, a duecento metri dal traguardo un colpo di calore non mi ha permesso di completare la gara della 50 km. Mi ricordo che stavo bene. Ero certamente stanco, come è normale che sia dopo tanti km di gara, e ricordo un caldo pazzesco. Un minuto prima ero tra i primi venti concorrenti in gara, un minuto dopo – in realtà più di un’ora dopo – mi sono risvegliato in pronto soccorso. Anche se mi hanno detto che episodi del genere possono succedere quando si effettuano sforzi psicofisici di tale entità, ero comunque tanto deluso.

Anche Roberto Baggio sbagliò un rigore importante, ma tutti oggi se lo ricordano per il campione che era. Raccontaci un po’ i tuoi più bei ricordi da marciatore.

Ho cominciato a marciare relativamente tardi, a 17 anni dopo un passato sportivo nel mondo del nuoto. Due anni dopo, nel 2006, ho vinto il Titolo Italiano della 20 km e sono entrato nel giro azzurro vestendo la maglia della nazionale juniores per la II Coppa del Mediterraneo. Di questi anni ho un ricordo indelebile. Da quell’anno in poi, alla felicità di riuscire bene in questa disciplina si aggiungono sicuramente i ricordi legati ai grandi sacrifici che si fanno per essere sempre competitivi.

Perché? Quante volte ti alleni?

Mi alleno tutti i giorni, dividendo le sedute tra le strade di Torre del Greco e Castellammare di Stabia, relativamente vicino all’Università Federico II, e quelle di Benevento, dove risiedo.

Torniamo a noi. Qualche altro episodio che vuoi raccontarci?

Beh, sicuramente i Campionati del Mondo di Marcia a Squadre di Roma 2016, dove, oltre all’oro nella classifica a squadre, ho fatto il mio PB sulla 50 km [3h48’29” NdR] e ho ottenuto il pass per le Olimpiadi di Rio. Anche Rio, appunto, penso sia un altro ricordo che porterò sempre dentro.

Teodorico Caporaso in azione con la maglia azzurra a Roma 2016. Foto: Colombo/FIDAL

La 50 km verrà sostituita dalla 35 km. C’è qualcosa su cui sai che dovrai stare più attento durante la preparazione?

Sicuramente occorrerà lavorare bene sulla nuova distanza della 35 km. L’atteggiamento e la strategia di approccio a questa gara, rispetto alla 50 km, cambiano radicalmente. I Campionati Italiani della settimana prossima in programma a Pescara sono una bella tappa di avvicinamento per prendere confidenza con questa distanza. Anche se non ho finalizzato la preparazione già per questa gara, farò di tutto per arrivare sul podio.

Quest’anno ricorre anche il 70° anniversario della medaglia d’oro olimpica di Pino Dordoni a Helsinki 1952.

Pino è un mito per tutte le generazioni di marciatori. Era un fuori classe della disciplina: tutti i marciatori che conosco, aspirano ad avere una carriera e dei risultati come i suoi. Sono onorato di indossare la maglia che fu sua e di tanti altri campioni dell’atletica leggera.

Pino Dordoni trionfa a Helsinki 1952

Grazie Teo. Un’ultima cosa: ti piacciono i tortellini?

Certamente! Anche se è meglio non mangiarli prima della gara!

In bocca al lupo!

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